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DmC: Devil May Cry Definitive Edition – Adrenalina Elettronica

28/11/2017 - Pubblicati
DmC: Devil May Cry Definitive Edition – Adrenalina Elettronica
Ci stiamo avviando verso la Fine di questo tenebroso mese di Novembre e mentre ci lasciamo alle spalle non solo un consueto Ottobre dal profumo autunnale e dal sapore di caldarroste (e saldi videoludici), un Settembre sempre ricco di buoni propositi (sia in termini personali che di rilasci per la nuova stagione videoludica) anche se dall’imancabile retrogusto malinconico, ma anche un Agosto reso ancor più rovente dal controverso dibattito per l’ultima produzione rilasciata dai ragazzi di NinjaTheory, Hellblade: Senua’s Sacrifice, per la quale ho condiviso una piccola considerazione personale:
“Impeccabile analisi, progetto e titolo molto molto ambizioso dal momento in cui si inserisce in un mercato il quale vede ancora ristretta la fetta d’utenza che lo accoglierà.
Non stiamo parlando dal classico concetto di “videogioco” bensì siamo difronte ad un vero e proprio viaggio-interattivo con lo scopo di avvolgere e tapire completamente il Videogiocatore in un cammino profondo, che va al di là della mera componente ludica in quanto quest’ultima vuole lasciare spazio ad una narrazione trattante un tema affascinante (“Ti ho mai detto qual’è la definizione di Follia?“).
Sono proprio opere come queste che non smettono di fa ardere la voglia di scoprire fin dove questo Medium riesce a spingersi, offrire, mostrare e trasmettere alle persone.”

Peró quest’oggi non sono qui per questo bensì per un altro lavoretto sempre targato NinjaTheory, da grande “rematore contro-corrente” tanto non per andare contro-tendenza  quanto per portare a termine l’immortale ed inesauribile “listone nero dei titoli da recuperare”;
dopo aver preso parte ad uno dei dibattici più controversi degli ultimi anni con DeusEx:HumanRevolution , aver messo mano sulla fatidica serie di HalfLife (e non solo)lasciatomi incantare dalle profondità-sommità della serie BioShock e rapire dall’intreccio narrativo di AlanWake a mo’ di SerieTV, ho avuto l’occasione di conoscere un certo Dante leggermente diverso dal fiorentino Alighieri…
Esattamente, sto proprio puntando il dito verso il Reboot di una delle Serie più amate delle scorse Generazioni, “Devil May Cry”:
esordita sulla gloriosa PlayStation2 nell’ormai lontano 2001, tutti 4 i capitoli videro la luce anche su PlayStation3
(di cui il quarto pure su Xbox360 e PC).
In ultima battuta (nel 2013 sempre su PS3, Xbox360, PC) è stato rilasciato il Reboot (appunto) della Serie stessa:
DmC – DevilMayCry (in versione DefinitiveEdition 2 anni dopo su PS4 ed XboxONE).
Consapevole di non trattarsi dell’anima originale della Serie (ribadito con le pistole puntate soprattutto da alcuni miei amici), con un Dante ridisegnato ed un filone narrativo che si discosta completamente dai 4 Capitoli, non esitati a tuffarmi non appena vidi che era presenta nel ParcoTitoli di XboxGamePass su XboxONE.

Pad alla mano, il Titolo introduce il Videogiocatore nel mondo di gioco, una città controllata dal suo burattinaio, Kyle Ryder, un demone (Mundus) celato sotto le vesti di un uomo ricco e potente.
In questa cornice si inserisce il giovane Dante la cui mente è stata spogliata del suo passato rimpiazzato da uno stile di vita ribelle (della serie “Tutta la notte alchool e […]” avete capito) su cui è cucito il suo sfrontato carisma;
però egli è il solo in grado di vedere tutti i demoni sparsi in quella città e una volta stesa a terra la prima minaccia (indicando a Dante stesso, prima di morire, delle apparenti enigmatiche ultime parole ossia “Figlio di Sparda”) anche grazie all’aiuto sopraggiunto da una graziosa ragazza di nome Kat, quest’ultima convincerà il giovane a far parte di un’organizzazione nota come “l’Ordine” il cui Leader (che ha allevato le doti sovrannaturali di Kat stessa) si chiama Vergil:
la chiave non solo di lettura per l’annebbiata infanzia nella mente di Dante ma anche di apertura narrativa del Titolo.
Che Voi siate Videogiocatori da Sparatutto, Azione, Tattica, Sportivi e chi più ne ha più ne metta, sarà difficile scappare a seguito dell’ “appetitoso” impatto con la formula di gioco:
Hack and Slash, ossia quell’inebriante “Taglia e Squarcia” che pone il Videogiocatore davanti valanghe di nemici da sterminare senza se e senza ma attraverso un’insaziabile lista di Combo (con protagoniste le pistole Ebony and Ivory, numerosi salti, schivate ed armi taglienti), il tutto sinfonicamente orchestrato da una colonna sonora alimentata da due cuori pulsanti sposati alla perfezione:
-il primo, dal sound più Elettronico, moderno, targato Noisia;
-il secondo, dal timbro Metal, più “classico” e pesante firmato Combichrist, atta a rafforzare, rendere unica ed innalzare l’adrenalina ad ogni sessione di gioco, ad ogni faccia a faccia con i Boss, con una “Modalità Turbo” (la quale aumenta del 20% la velocità di Gioco) ad enfatizzare ancor più l’effetto.

A coronamento della componente ludica emerge la direzione artistica, volta ad inghiottire tanto Dante quanto il Videogocatore ed a dipengere nella maniera più folle, cruda, variegata ed ispirata uno degli immaginari letterali (del nostro Dante italiano) più ricercati:
un inferno nel quale pullulano Demoni di ogni tipo…riadattato il salsa più moderna e portato alla luce in via digitale grazie a quest’Industria.

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