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Classifica Videogames – Maggio 2018

01/06/2018 - inEvidenza, Pubblicati
Classifica Videogames – Maggio 2018

[Pubblicazione originale su Topgamer.it]

Dopo esserci lasciati alle spalle un inizio di questo nuovo anno letteralmente TOP, con un Gennaio Esplosivo (quasi come se i botti di Capodanno non fossero mai finiti), continuando con la “scia del momentum” ereditata da Febbraio, Marzo ed Aprile (il mese di casa Sony) senza ulteriori indugi, analizziamo cosa ci ha riservato lo scorso mese addentrandoci nei Titoli di un movimentato Maggio..sul palco, multipiattaforma ed esclusive da entrambe le parti (Xbox One e PlayStation 4).

Pillars Of Eternity II: Deadfire | TOP
A solleticare le aspettative della community per questo secondo capitolo di Pillars Of Eternity, Deadfire, è stato sicuramente il suo acclamato predecessore: Pillars Of Eternity, un RPG di stampo Esplorativo sviluppato da parte di Obsidian Entertainment e pubblicato da Versus Evil.
Con Pillars Of Eternity 2 siamo di fronte ad un validissimo Titolo il quale, seppur intento a creare un sequel perfetto andando a limare quelle imperfezioni emerse dal primo capitolo (come l’editor del proprio alter-ego digitale e l’intelligenza artificiale), mantenendo ben variegato l’avvincente cosmo di gioco ed evolvendo il motore tecnico, inciampa nell’imbastire una degno proséguo narrativo (risultante più sottotono).
Fate un salto dal nostro Simone Marcocchi, nella sua recensione, reduce da centinaia di ore sul franchise.    

Conan Exiles | MIDDLE
Dopo essere stato catapultato sui grandi schermi del 1982, grazie alla pellicola cinematografica “Conan: Il Barbaro” di John Millus (con un Arnold Schwarznegger dalla lunga chioma), “il barbaro” letterario (frutto della mente scrittrice di Robert Ervin Howard) torna in versione videoludicamente digitalizzata con questo Conan Exiles.
Nel complesso, purtroppo, l’opera di Funcom non osa:
non osa narrativamente a rendere degnamente omaggio tanto al contesto fantasy a cui si ispira, quanto al personaggio cardine stesso (figura nella quale Howard costruisce il pensiero critico contro l’uomo civilizzato, assuefatto dall’egoismo ed agiatezza) e non osa tecnicamente a sviluppare un Survival che metta a dura prova le potenzialitá hardware dell’attuale generazione di console.
Proprio della componente ludica di Sopravvivenza, almeno, non si può felicemente dire lo stesso ed il nostro Sergio Bulgari ci illustra perché nella sua recensione.

State Of Decay 2 | MIDDLE
Rispondo subito alla domanda con cui vi ho lasciato negli scorsi rilasci videoludici di Maggio: sì, State Of Decay 2 ha ereditato senza ombra di dubbio quanto di buono sviluppato ed enormemente apprezzato (dalla critica e dal pubblico) nel primo capitolo ma no, personalmente Undead Labs non ha elevato questo Survival-Action (dai lineamenti RPG), condito con famelici Zombie, ad un capolavoro.
Mettendo subito in chiaro i fatti, State Of Decay 2 è un prodotto di pregevole fattura, ludicamente stratificata (come si evince dall recensione sempre del buon Sergio Bulfari), il quale condensa la sua anima in responsabilità affidate non al singolo, solitario e vagabondo alter-ego digitale, bensì ad una comunità, l’unione che fa la forza, una forza alimentata dal branco e non dal singolo lupo.   
In virtù di questa nobile premessa di gameplay, al netto di un parsimonioso comparto tecnico (comunque abissalmente più fluido, pulito e rifinito del primo capitolo), sarebbe stato assai apprezzato un accompagnamento narrativo degno dello scenario catastrofico proposto, rispetto all’espediente della “storia scritta dalle azioni del videogiocatore” (una “via di fuga” che purtroppo non funziona per tutti/o); pare che la scia lasciata da una stroncatura narrativa, in questo mese, abbia colpito anche questa produzione. Accennandolo anche in Detroit: Become Human (Titolo che vedremo subito dopo) nella summenzionata lista dei rilasci di Maggio, abbiamo riflettuto su come l’uomo sia definito dalla sua facoltà di comprendere, assimilare e valutare tutto ciò che lo circonda in base a quanto edificato con l’esperienza; proprio a fianco di questo, si pone lo scopo, una meta, un traguardo da raggiungere in salita, inalienabile in un mondo ritornato allo stato primitivo come quello in questione in cui vige la legge del più forte (e del più metodico), in cui si deve anche e soprattutto ri-partire da zero: in State Of Decay 2 questa indissolubile componente é pressoché assente…la mera “Sopravvivenza” è un mezzo, non il solo fine.

Detroit: Become Human | TOP
“Ricordi: questa non è solo una storia. Questo é il nostro futuro”.
Con questo avvertimento un androide digitalizzato (i cui occhi artificiali, sostenuti da un propulsore tecnico-facciale allo stato dell’arte, riescono ad inghiottire letteralmente chi sta dall’altra parte dello schermo) dell’ultima opera visionaria del condottiero dei Quantic Dream, David Cage, ci dà il benvenuto in questa Detroit di un ipotetico futuro prossimo, una Detroit attanagliata da un’asfissiante tensione sociale (“Pensano di poter fermare il progresso malmenando qualche androide?”) dalla fragranza rivoluzionaria, in cui il nostro buon Antonio Rodo non ha esitato a recarsi per la sua recensione.
Un avvertimento che personalmente ha fatto fiorire, a chi vi sta scrivendo, una duplice riflessione:
-da un lato, accantonando il tema tanto abissalmente affascinante e controverso quanto più disparato nella letteratura e nell’industria del cinema (l’inestimabile coscienza che germoglia all’interno di un’ Intelligenza Artificiale) ed il clichè “i robot rubano il lavoro” (ragionamento che non condivido in pieno dal momento in cui se tutto evolve -in primis l’essere umano- deve evolvere anche la concezione di lavoro, retribuzione e sostentamento), in Detroit: Become Human è stato particolarmente d’impatto lo sfondo narrativo con cui il videogiocatore entra subito in contatto.
Per quanti pro si possono elencare nell’utilizzo di “Androidi Domestici”, come contro ho trovato particolarmente disturbante l’operato dell’essere umano stesso, il quale, secondo la mentalitá tradizionalmente consumistica, impiega quegli stessi androidi come oggetti di compra-vendita (esponendoli nelle vetrine oppure in “servizi a noleggio”).
Questo è allarmante e la possibilitá di sovversione diviene plausibile; oltretutto si andrebbero a sopprimere sudati secoli di conquiste civili (come sostiene lo stesso Carl, senza spoilerarvi ulteriormente chi sia).
L’uomo arriverà inevitabilmente a convivere con la sua controparte sintetica creata a sua immagine e somiglianza e, come tale, nella società dovrà essere accompagnata ed introdotta…priva di etichette.
-dall’altro lato, con questo Detroit: Become Human, Quantic Dream fa assaggiare (in questo presente) una delle forme standard che questo medium offrirà in futuro in termini di racconto narrativamente interattivo, stendendo una formula ludicamente Graphic-Adventure la quale farà sempre più inabissare il videogiocatore in un oceano di scelte etiche-morali, ai fini della progressione, irreversibilmente riflessive, segnanti ed allo stesso tempo insestimabilmente formative.

Cosa ne pensi?